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Diving Helmet Italy by Fabio Vitale
Diving Helmet Italy by Fabio Vitale

Panerai il tempo degli eroi

Non c’è nome come quello di Panerai che, nel mondo del collezionismo o anche dei semplici appassionati, riesca a suscitare un fremito d’interesse e di emozione.  Panerai, però, non sarebbe il nome che è senza gli assaltatori della Decima Flottiglia MAS che, con le loro incredibili gesta, hanno unito il nome Panerai a imprese eroiche al limite del possibile, episodi conosciuti e ammirati in tutto il mondo.

Le origini di questa ditta si fanno risalire al 1860, quando Giovanni Panerai (1825-1897) apre sul Ponte delle Grazie a Firenze, un piccolo negozio di orologeria. Di padre in figlio si arriverà a Guido Panerai, nipote del capostipite Giovanni, che sposerà Guglielmina Fracei il cui padre era titolare di un’avviata officina meccanica. Sarà con l’ingresso in azienda di Giuseppe, figlio di Guido, che le attività delle Officine Panerai, si amplieranno notevolmente fino ad arrivare nel 1934 a svolgere la quasi totalità del proprio lavoro per il Ministero della Difesa e la Regia Marina.

Le officine Panerai non fornirono alla Regia Marina solo quegli strumenti entrati oramai nella leggenda quali orologi, bussole e profondimetri ma anche apparecchiature molto sofisticate per quei tempi come congegni di puntamento al Radiomir, altamente visibili di notte, indicatori cronografici per siluri, timer.

Proprio la parola Radiomir diventerà sinonimo di Panerai. Con questa parola si brevettò (siamo intorno al 1914) un composto a base di solfuro di zinco fosforescente, bromuro di radium e mesotorio che era in grado di emanare una fortissima luminosità in condizioni di oscurità ambientale.

Inizialmente veniva inserito sotto forma di polvere in ampolline di vetro sigillate.  Queste ampolle erano poi alloggiate in quei congegni, come i traguardi di mira e puntamento, che dovevano essere utilizzati in ambiente notturno. 

Uno dei primi prototipi di orologio Radiomir Panerai, il modello 2533, prodotto tra il 1936 e il 1938. Era dotato di movimento Rolex e di uno strano quadrante, non particolarmente visibile in condizioni di oscurità, senza numeri ma suddiviso in punti e barrette. (da “Gli orologi Panerai”, Mario Paci, Ed. Patrizzi & Co)

Uno dei primi esemplari forniti alla Regia Marina nel 1936. Era il modello 3646. Il quadrante riportava per metà numeri romani e per l’altra metà numeri arabi. Movimento Cortebert Rolex. (da “Gli orologi Panerai”, Mario Paci, Ed. Patrizzi & Co)

Per gli orologi subacquei, in un primo momento, il Radiomir venne utilizzato per “dipingere” gli indici e i numeri dei quadranti. Successivamente ne venne fatto un composto che veniva racchiuso tra due lamine (una era il quadrante con indici e numeri traforati) degli orologi Radiomir. In questo modo si aumentava notevolmente il potere illuminante con una conseguente aumento della radioattività che arrivava a livelli perlomeno poco rassicuranti. 

Come molte altre applicazioni, i congegni di mira al Radiomir derivavano da un progetto di un ufficiale di Marina, il capitano Carlo Ronconi, parente di Panerai e per pochi anni socio nell’azienda. Durante tutto il secondo conflitto mondiale sarà sempre molto intensa la collaborazione tra la Panerai e i progettisti della Regia Marina.

Tra tutti gli strumenti ideati per gli operatori dei mezzi d’assalto, il più famoso rimane l’orologio.

Le sperimentazioni per un orologio effettivamente impermeabile fino a notevoli profondità e di facile lettura in ambienti privi di luce erano iniziate intorno al 1936 con la realizzazione di un primo prototipo costruito in 55 esemplari. Sarà però dal 1938 che comincerà la produzione di un modello realmente operativo arrivando, con gli anni quaranta, a un totale di circa 1290 esemplari costruiti. Dal dopoguerra in avanti, invece, saranno meno di 800 gli esemplari prodotti per i reparti della Marina.

I primi orologi, la cui cassa a saponetta di grandi dimensioni aveva un diametro di 47 mm., erano dotati di una meccanica Rolex, prodotta su specifiche della stessa Panerai.

Le anse per l’attacco del cinturino in cuoio fustellato erano a filo saldate sulla cassa. Questo si dimostrò uno dei punti deboli di questo primo modello anche perché molto sollecitato dal lavoro del cinturino che, spesso e di notevole lunghezza, veniva allacciato sopra i vestiti impermeabili (vestiti Belloni). 

Orologio Radiomir Panerai modello 3646 in dotazione fin dal 1938 agli operatori dei mezzi d’assalto della Regia Marina, raggruppati inizialmente sotto il I° Gruppo Sommergibili in un reparto chiamato I Flottiglia MAS. Sarà solo nel marzo del 1941 che il reparto diventerà autonomo con il nome di Decima Flottiglia MAS. Anse a filo saldate sulla cassa. Il quadrante è virato in color bronzo probabilmente a causa della radioattività del Radiomir. Il meccanismo era fornito dalla Rolex, così come il fondello e la corona a vite. Le dimensioni della cassa sono di 47 mm e il vetro è in perspex. Garantito impermeabile fino a -100 metri. Porta un cinturino in cuoio fustellato di grandi dimensioni in modo da poter essere indossato sopra il vestito impermeabile Belloni. (da “Gli orologi Panerai”, Mario Paci, Ed. Patrizzi & Co)

Successivamente, sempre durante gli anni del conflitto, la cassa verrà ridisegnata ricavando le anse direttamente dal blocco della cassa stessa.

Un altro motivo di preoccupazione circa l’affidabilità della tenuta, risiedeva nella sede del congegno di carica del movimento, la cosiddetta corona. Gli orologi con meccanica Rolex necessitavano di essere ricaricati quotidianamente, andando così a sollecitare non poco la guarnizione di tenuta. Venne così introdotto un altro movimento, l’Angelus, che con una riserva di carica di ben otto giorni, necessitava di agire sulla corona con molta meno frequenza. Questo movimento portava anche la lancetta dei secondi. Appare così sul quadrante, alle ore nove, una piccola lancetta dei secondi, contrariamente ai primi movimenti Rolex che ne erano sprovvisti.

Questi orologi erano costruiti per resistere a una pressione pari a 100 metri di profondità. Successivamente, proprio per aumentare la resistenza alla pressione, verrà apportata un’ulteriore modifica alla corona di carica, applicando alla cassa una mezzaluna in acciaio con una leva eccentrica che serrata premeva la corona stessa. Questo meccanismo consentì agli orologi di arrivare a una tenuta stagna fino a 200 metri di profondità. Questo brevetto data 1955 ma in molti sono concordi con l’affermare che in realtà venne sviluppato e applicato a partire dagli ultimi anni del conflitto.

Con i primi anni del dopoguerra si cominciò anche a sentire la necessità di ridurre la radioattività dei quadranti Radiomir e per questo venne studiato un composto a base di trizio, il Luminor, con un notevole abbattimento delle radiazioni emanate.

Sono molti i modelli di orologi prodotti dalla Panerai dal 1936 in avanti, alternando produzioni in serie a prototipi. Ci fu anche una limitata produzione di due modelli per la Marina Egiziana per complessivi 50 pezzi.

Orologio Radiomir modello 3646 con le anse di pezzo ricavate nel blocco cassa. Questa modifica rese gli attacchi del cinturino molto più solidi. Movimento Rolex. Ha un quadrante dove venivano "traforate" le cifre e gli indici. Al di sotto veniva posizionata un'altra piastra ricoperta di materiale fosforescente Radiomir. Grazie a questo quadrante a sandwich si era in grado di rendere molto luminosi gli indicatori. (da “Gli orologi Panerai”, Mario Paci, Ed. Patrizzi & Co)

Orologio Luminor  Panerai con quadrante Marina Militare modello 6152/1. Con certezza non si sa quando fu introdotto il sistema di chiusura con ponte a leva. Il brevetto è stato depositato nel 1955 ma pare sia stato utilizzato già verso la fine del periodo bellico o quantomeno verso la fine degli anni 40, anche su orologi Radiomir. Questo sistema consentiva un’impermeabilità fino a -200 metri . Questo orologio portò il quadrante al Radiomir almeno fino al 1949 (qualche fornitura ci fu sicuramente anche negli anni 50), anno in cui Panerai brevettò il Luminor, un composto luminescente al trizio molto meno radioattivo del Radiomir. Questo modello porta il movimento Angelus, riconoscibile per la presenza della lancetta dei secondi alle ore 9. (da “Gli orologi Panerai”, Mario Paci, Ed. Patrizzi & Co)

 

Ovviamente, oltre agli orologi, esiste tutto il resto del mondo Panerai, fatto degli altri strumenti leggendari come bussole e profondimetri, congegni di mira, strumenti di segnalazione, ecc. ma, da un punto di vista collezionistico, l’oggetto più ambito rimane sicuramente l’orologio e ci riferiamo agli originali prodotti dal 1936 in avanti per uso esclusivo dei reparti speciali e non delle repliche prodotte per il mercato degli appassionati sempre dalla stessa Panerai (anche questi oggetti di culto e valore)

Nel mondo dei cosiddetti “originali” oggi si spuntano valori elevati, con aste che raggiungono cifre a quattro zeri. Per dare un’idea, nel 2005 il Museo Panerai ha acquistato in asta un raro prototipo di orologio realizzato in due esemplari dalla Panerai nel 1943, il “Mare Nostrum”. Cifra battuta circa 85.000 euro.

Un aiuto alla datazione delle attrezzature Panerai ci viene dalle varie trasformazioni societarie avvenute nel corso degli anni. La prima denominazione della ditta alla sua apertura nel 1860 era “OROLOGERIA G. PANERAI & C.” Fu nei primi anni del 1900 che Guido diede al negozio il nome di Orologeria Svizzera, fondando contemporaneamente la “GUIDO PANERAI OFFICINA MECCANICA”. Nel 1925, Guido insieme al figlio Giovanni, aprì la “GUIDO PANERAI & FIGLIO”, OFFICINE MECCANICHE. Nel 1972, alla morte di Giovanni, l’azienda prenderà la ragione sociale di “OFFICINE PANERAI SRL”, con a capo l’Ing. Dino Zei.

Orologio Radiomir Panerai “Mare Nostrum”. Fu progettato nel 1943 per essere dato in dotazione agli Ufficiali della Regia Marina. Ne furono costruiti 2-3 esemplari e non entrò mai in produzione probabilmente per il precipitare delle vicende belliche. Battuto a un’asta di Christie’s a Ginevra nel 2005 e acquistato dal Museo Panerai per circa 85.000 euro. . (da “Gli orologi Panerai”, Mario Paci, Ed. Patrizzi & Co)

Orologio Radiomir Panerai “Egiziano”, modello 2/56. Realizzati nei primi anni 50 per la Marina Militare Egiziana. La cassa in acciaio è di notevoli dimensioni, 58 mm, e pare ne furono realizzati sia con quadrante Radiomir che Luminor. Movimento 8 giorni Angelus.  (da “Gli orologi Panerai”, Mario Paci, Ed. Patrizzi & Co)

Bussola Panerai. La bussola era lo strumento fondamentale per impostare nel buio della notte la giusta rotta verso l’obiettivo da attaccare.

Questa bussola, con quadrante di tipo Radiomir, ha una base in metallo amagnetico su cui è fissata la rosa costituita da un quadrante circolare piatto. Il quadrante è racchiuso in una cupola in perspex e galleggia in un liquido trasparente. Sulla cupola è incisa la linea di fede bianca per il traguardo del rilevamento.

Profondimetri  "Radiomir" Panerai. I profondimetri sono del tipo a meccanismo Bourdon, con scale variabili a seconda della profondità massima. Ne venivano fatti probabilmente per due impieghi: un impiego cosiddetto da "attacco" con scale metriche di profondità fino a 20/30  metri, non essendo previsto nelle fasi di attacco a basi nemiche la possibilità di raggiungere particolari profondità. Quelli da “difesa”, con scale maggiori, fino a 50/60 metri,  svolgono, invece, la funzione di un vero e proprio profondimetro necessario per le normali immersioni (solitamente di recupero o sminamento). Vennero fatti anche nel tipo "Luminor" dalla fine degli anni 40 o più probabilmente inizi anni 50, con possibilità di tarare il quadrante rispetto allo zero misurato dalla lancetta in superifice. Gli strumenti al "Radiomir" avevano una emissione radiottiva di una certa importanza, da 40 na 70 volte la normale radioattività ambiente. Fu per ovviare a questo problema che appunto dalla fine degli anni 40 ma forse più negli anni 50 che venne messo a punto un altro composto luminescente, il "Luminor", molto meno radioattivo. Ovviamente oggi i quadranti al "Radiomir" sono indicativi degli strumenti di utilizzo bellico o quantomeno costruiti in massima parte tra gli anii 30 e gli anni 40.

Profondimetro "Radiomir" con scala indicata fino a 30  metri, probabile profondimetro di attacco costruito tra gli anni 30 e 40.

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